“Zone Franche Urbane, un’occasione che non può essere sprecata”

“Zone Franche Urbane, un’occasione che non può essere sprecata”

“In un contesto desolante come quello pugliese, non ci si può permettere di lasciar scappare nessuna occasione di rilancio e di sviluppo: ecco perché facciamo un appello accorato alla Regione Puglia e ai parlamentari pugliesi affinché assumano iniziative decise volte a recuperare i fondi necessari per la definitiva operatività delle zone franche urbane pugliesi, rendendo quindi attuativo il decreto finanziando i bandi”.

Il Segretario Generale della UIL di Puglia, Aldo Pugliese, fa notare come “immensi sarebbero i vantaggi per le piccole e medie imprese, ovvero la tipologia di aziende che rappresenta il pilastro del tessuto economico ed imprenditoriale regionale. L’applicazione della no tax area e delle Zone Franche Urbane, prevista da una legge nazionale e finanziata con fondi Cipe dedicati a tale scopo già nel 2012, permetterebbe di ridurre sensibilmente il carico fiscale sulle imprese locali, grazie all’esenzione dalle imposte sui redditi, dall’Irap, dall’Imu e dal versamento dei contributi previdenziali, stimolando pertanto anche la crescita del mercato del lavoro. Rimettere in moto tale meccanismo – spiega ancora Pugliese – significherebbe conferire una spinta propulsiva essenziale per lo sviluppo economico e sociale di quartieri ed aree urbane colpite con particolare violenza dal disagio sociale, economico e occupazionale, oltre ad una favorevole ricaduta sui consumi, grimaldello essenziale per dare nuova linfa al sistema produttivo pugliese”.

Andria, Lecce, Taranto, Foggia, Lucera, Barletta, Manfredonia, Manduria, Molfetta, San Severo e Santeramo in colle: sono 11 i comuni per i quali il Governo ha previsto di applicare le agevolazioni derivanti dall’inserimento nelle Zfu. “Tutte realtà strategiche – conclude Pugliese – per l’economia regionale. Basti pensare alla provincia di Taranto o a quella di Foggia, che più delle altre stanno pagando a carissimo prezzo lo scotto della crisi, attraverso livelli di disoccupazione, in particolare giovanile e femminile, ormai insostenibili”.

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