Lavoro di cittadinanza, CAPACCHIONE: “chiediamo osservatori comunali”

Lavoro di cittadinanza, CAPACCHIONE: “chiediamo osservatori comunali”

La UIL di Puglia e di Bari-Bat ha preso parte, nel pomeriggio di ieri, alla giunta territoriale organizzata nel quartiere Libertà, dal sindaco di Bari, Antonio Decaro. All’ordine del giorno c’era infatti il lavoro di cittadinanza, iniziativa che la UIL ha sostenuto sin dal primo istante. Dell’argomento si era discusso il 1° ottobre, a Palazzo di Città, nel corso dell’incontro richiesto da Cgil Cisl Uil Bari. Primo stanziamento: 400 mila euro per tre mesi, con impegno analogo per il 2015 e 2016, per una misura che in maniera transitoria aiuterà i soggetti in stato di povertà chiedendo loro di svolgere lavori di pubblica utilità.

Logo_UIL-1“Sulla scorta dell’accordo quadro sottoscritto in Regione lo scorso 28 luglio, sottolinea il Segretario Generale della UIL Francesco Capacchione, di concerto con CGIL, CISL e amministrazione comunale  dobbiamo poter individuare le risorse,  da stanziare a sostegno dei soggetti più bisognosi  chiedendo  loro di svolgere lavori di pubblica utilità, avviando un percorso che tenda ad attuare politiche attive del lavoro che siano in grado di incidere sulla creazione diretta di buona occupazione. La proposta della UIL, ribadisce Capacchione, è quella di istituire un osservatorio del mercato del lavoro che favorisca la partecipazione di istituzioni e parti sociali al monitoraggio delle dinamiche occupazionali del territorio attraverso lo scambio di informazioni, alla definizione di collaborazioni necessarie per elaborare congiuntamente azioni e interventi a sostegno della situazione di crisi. Obiettivo fondamentale è quello di passare dalle politiche di assistenza a quelle attive del lavoro, coinvolgendo il mondo imprenditoriale. Per realizzare questo obiettivo dobbaimo sfruttare tutte le risorse economiche a disposizione, fra cui anche quelle rinvenienti dalla Comunità Europea, Fser, Fse e Pon 2007-2013 e 2014-2020, per dare risposte alle fasce più deboli che vivono in maniera drammatica il disagio sociale”.

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