Aumento del 115,1% per la Cig in Puglia. “Meno tasse sul lavoro, più occupazione”

Aumento del 115,1% per la Cig in Puglia. “Meno tasse sul lavoro, più occupazione”

Torna a crescere la cassa integrazione guadagni in Puglia.  Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, invita alla “responsabilità” le istituzioni “attraverso l’attivazione di misure concrete e non illusorie per trainare l’economia regionale fuori da questo terribile scenario, che perdura, oramai, da troppo tempo”. Inquietanti gli indicatori relativi alla Puglia. A gennaio 2013 sono stati infatti autorizzati in Puglia quasi 4,5 milioni di ore da parte dell’Inps, con un incremento del 17,2% sul precedente mese di dicembre ed addirittura di 115,1 punti percentuali su gennaio 2012. Più dettagliatamente è cresciuta in maniera significativa la cassa ordinaria, particolarmente in riferimento allo stesso periodo dello scorso anno (+195,5%, mentre la variazione su dicembre scorso è +57,1%). Ma a preoccupare non sono soltanto le aziende della Puglia che si trovano in una situazione di difficoltà temporanea (cassa ordinaria), ma anche quelle che vivono la realtà di estremo disagio della cassa straordinaria (Cigs), autorizzata nell’ipotesi di ristrutturazione aziendale. A gennaio 2013, la Cigs è cresciuta del 36,2% rispetto al precedente dato di dicembre. In termini tendenziali l’incremento della cassa straordinaria arriva addirittura al 283,5%. Ne deriva che sempre più imprenditori stanno cessando l’attività produttiva.

Unica nota apparentemente positiva è il decremento del 56,3% della cassa in deroga (Cigd) rispetto a dicembre scorso, “ma il dato – spiega Pugliese – non tragga in inganno, poiché molte aziende hanno terminato la cassa in deroga tanto da ricorrere alla mobilità, segnale di cessazione dell’attività produttiva e del conseguente licenziamento dei lavoratori. Il fatto che la Puglia sia primatista in Italia alla voce mobilità in deroga (oltre 20mila lavoratori, a cui si aggiungono oltre 30mila beneficiari di cassa integrazione in deroga) la dice lunga sulle prospettive occupazionali della regione, che diventano ancor più drammatiche considerando il blocco, da parte del Governo, dell’assegnazione delle risorse destinate agli ammortizzatori sociali in deroga per coprire le ultime due mensilità del 2012 e la scarsezza di risorse disponibili per il 2013”.

“Così come la Fornero, con la riforma delle pensioni, ha creato 350mila esodati a livello nazionale, allo stesso modo in Puglia si rischia di creare un nuovo esercito di esodati senza qualsivoglia sostegno al reddito. La UIL di Puglia si è battuta e continuerà a battersi contro ogni forma di macelleria sociale. I cittadini italiani e del Mezzogiorno – rincara la dose il Segretario della UIL regionale – attendono, finora inutilmente, misure tangibili, percorribili attraverso politiche di crescita per il Paese e non di austerità che, invece, frenano la crescita di qualsiasi paese. Dunque, basta illudere come al solito i lavoratori e i cittadini già fin troppo penalizzati dalla politica del rigore, in quanto ciò non risolve la crisi, anzi la alimenta. Pertanto sono auspicabili misure produttive e di slancio per l’economia. Emblematica in tal senso, così come suffragato dai maggiori esperti di politica economica e del lavoro, sarebbe la riduzione delle esose tasse sul costo del lavoro. Infatti, una pressione fiscale come quella attuale, deprime l’economia e colpisce pesantemente imprese e lavoratori. Tassando meno il lavoro, gli imprenditori riprenderebbero ad assumere, in quanto il problema principe dell’Italia, e soprattutto della Puglia, è il cospicuo numero di disoccupati, nonché di inattivi (donne in particolare), rispetto alla media europea, nonché la tardiva entrata nel mercato del lavoro rispetto agli altri Paesi sviluppati. In questa logica, ciò assicurerebbe una crescita forte dell’occupazione e, di conseguenza, maggiori entrate per lo Stato. Ripartirebbero, così, i consumi e quindi la produzione”.

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